Al giorno d’oggi, la maggior parte della popolazione pediatrica non rispetta le raccomandazioni generali sul sonno e, poiché anche nei bambini un buon sonno comporta benefici sociali, fisici e mentali, appare dunque necessario intervenire in maniera efficace, per ridurre al minimo le problematiche legate al sonno. Attraverso uno studio sistematico, sono state osservate le caratteristiche e l’efficacia di alcuni interventi, aventi lo scopo di aumentare la durata del sonno in un gruppo di bambini in età scolare. Complessivamente, non sono state trovate prove che abbiano dimostrato la positività di un particolare metodo di intervento, ma sono stati ottenuti risultati maggiormente significativi dal ritardare l’inizio delle lezioni e da interventi multi-comportamentali in ambito sia scolastico che domestico. In un secondo studio sono stati esaminati gli effetti dell’orario di inizio della scuola sulla durata del sonno degli studenti. I risultati hanno indicato che iniziare le lezioni più tardi comporta una durata del sonno maggiore, una minore sonnolenza diurna e un minore ritardo a scuola. Tuttavia, la necessità di approfondire l’argomento con altri studi, porta ad un’interpretazione cauta dei dati acquisiti. In generale, però ritardare l’orario di inizio della scuola è associato a benefici nel sonno degli studenti e perciò, del loro stato di salute generale.
La discrepanza di sonno nei giorni festivi e in quelli feriali è un fenomeno comune nei bambini e nei ragazzi in età scolare, anche se gli effetti di questa discrepanza restano poco chiari. Uno studio sistematico è stato condotto per valutare la discrepanza, tra i giorni feriali e festivi, nell’orario di sveglia, nel punto mediano del sonno e nella durata del sonno stesso, e la loro associazione con le prestazioni accademiche e la salute di bambini e ragazzi. La discrepanza di sonno fra la settimana e il fine settimana è associata ad una diminuzione delle prestazioni scolastiche, sintomi depressivi nel periodo dell’adolescenza, particolarmente durante la scuola secondaria, e un maggiore rischio di obesità/sovrappeso, soprattutto nei bambini asiatici e nei ragazzi. Anche se le prove sono limitate, una maggiore discrepanza di sonno tra i giorni feriali e festivi è associata ad un aumentato rischio di problemi comportamentali e rischio di suicidio.
Altri studi dimostrano che un sonno insufficiente comporta un’importante e complicata serie di rischi per la salute nella popolazione adolescenziale. Non solo il deficit di sonno, definito sia come inadeguata durata del sonno sia come tempi di sonno disallineati con i ritmi circadiani del corpo, è a livelli epidemici in questa fetta di popolazione, ma i fattori contribuenti sono complicati e numerosi e ci sono una miriade di conseguenze negative sia fisiche sia di salute mentale. Le cause di un sonno inadeguato all’interno della popolazione adolescenziale includono soprattutto fattori esterni come attività extracurricolari, eccessivi compiti per casa, l’orario di inizio delle lezioni a scuola, l’utilizzo di dispositivi elettronici in orario serale, l’uso e abuso di caffeina e sostanze stimolanti; ma anche processi interni biologici quali il ritardo dei ritmi circadiani dovuto alla pubertà e il loro rallentamento basato sullo sviluppo.
Le conseguenze di ciò sono piuttosto varie: inattività, riduzione nel funzionamento esecutivo, scarse prestazioni accademiche, aumentato rischio di obesità e disfunzioni cardiometaboliche, disturbi dell’umore (fino ad un maggior rischio di suicidio), aumentato rischio di comportamenti dannosi per la salute come l’utilizzo di alcol e droghe, aumento degli incidenti stradali, degli incidenti in ambito lavorativo e correlati allo sport. In risposta a queste scoperte, per ridurre il deficit di sonno negli adolescenti, sono stati proposti un’educazione all’igiene del sonno, per studenti e famiglie, e il posticipo dell’inizio delle lezioni, per permettere agli adolescenti di ottenere un sufficiente e appropriato riposo notturno.